Una UE da Nobel

Nelle scorse settimane si è molto discusso sul Nobel per la Pace assegnato all'Unione Europea, per " i progressi nella pace e nella riconciliazione" e per aver garantito "la democrazia e i diritti umani" nel Vecchio continente. Subito c'è chi ha fatto notare la contraddizione della scelta dell'accademia di Oslo: molti dei  paesi Membri infatti sono in passato e anche oggi impegnati in azioni militari e vere e proprie guerre in varie parti del Medio Oriente (vedi Afghanistan, Libia ecc.). 

Inoltre, viene mossa una forte accusa alle istituzioni europee e ad alcuni stati membri economicamente più forti (Germania) di calpestare il principio di auto-determinazione e di autogoverno degli Stati membri a rischio default o giù di lì. Esempio lampante a sostegno sono le forti misure di autorità imposte alla Grecia o le continue spinte internazionali a una possibile candidatura politica di Monti alle prossime elezioni.


È vero: l'Europa fatica ad affrontare la crisi adottando strategie congiunte ed alcuni cominciano anche a mettere in discussione la fattibilità dell'esperienza comunitaria, ma il Nobel arriva per i meriti che i Paesi hanno guadagnato nel passato. Si può certo lamentare un pessimo tempismo all'accademia, ma in questo momento possiamo vedere l'evento come un promemoria dei traguardi che l'Europa ha raggiunto prima come Comunità e poi come Unione di diversi Stati sovrani.


Dopo mezzo secolo attraversato da due Guerre Mondiali, scoppiate entrambe per dinamiche interne al vecchio continente, i Paesi europei hanno messo la parte il loro carattere nazionalista e si sono messi al lavoro per garantire una pace salda e duratura attraverso prima l'unità economica e poi un tentativo, ancora poco riuscito, di unità politica. Finalmente si è riusciti ad unire l'Europa sotto una stessa bandiera, senza che uno Stato prevalesse sull'altro: ogni Membro ha volontariamente ceduto una parte della propria sovranità nazionale a un organo sovranazionale, garante di pace e stabilità interna.


È giusto promuovere critiche e perplessità, ma ritengo che la decisione di assegnare il Nobel per la Pace all'Unione Europea possa essere una spinta in più per riscoprire lo spirito di cooperazione e reciprocità con cui è iniziato questo percorso. L'occasione per guardarsi indietro e trovare la spinta per andare avanti. 


Tutti insieme.



Il premio Nobel per la Pace è stato ritirato (da sinistra)  dal presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, dal presidente della Commissione Jose Manuel Barroso e dal Presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz .

(Foto da tg24.sky.it

Man is back VI

Ditemi la verità: ci eravate cascati?

Avete veramente creduto che il Signor B si fosse messo da parte?

A molti, me compreso, faceva piacere crederlo. E invece rieccoci qui, di nuovo.

Buona parte del Pdl ha subito sollevato le proprie perplessità su una possibile ricandidatura dell'ex-premier per i più disparati motivi: la sua possibile ineleggibilità (vedi decreto liste pulite e processo Ruby in corso); la necessità di rinnovamento all'interno del partito; per non parlare dell'autogol politico rappresentato da una campagna elettorale incentrata sulla demonizzazione del governo Monti (promossa da B), quando lo stesso partito ha votato a favore di tutte le sue riforme.

Vedremo quindi se saranno le prossime elezioni a sancire definitivamente la fine del ventennio berlusconiano, o se dovremmo tornare a sopportarlo per l'ennesima legislatura. Temo che solo quando saranno i suoi stessi luogotenenti a trombarlo (è il caso di dirlo) dal partito e a sistemarlo nella più vicina casa di riposo, ce ne potremo realmente liberare.

Riassumendo, la situazione che avremo di fronte nei prossimi mesi sarà questa:
- subito dopo l'approvazione della legge di stabilità (che, per detta di Alfano, il Pdl approverà) Monti si dimetterà;
- Napolitano scioglierà le Camere e indirà nuove elezioni per Febbraio;
- il Festival di Sanremo sarà spostato per far rispettare la par condicio, con buona pace di Fazio e della Litizzetto;
- ci troveremo di-fronte a uno scontro B vs B (Bersani contro Berlusconi) con una coalizione di centro-sinistra formata da Sel-Pd e il solito tandem Lega-Pdl;
- il professor Mario Monti a fare da outsider appoggiato da Udc e dal partito di Italia Futura di Montezemolo;
- Grillo prenderà buono buono i suoi seggi diventando un possibile ago della bilancia;
- gli altri partitucoli si accaparreranno le briciole.

Vedremo se sono stato un bravo veggente solo a fine Febbraio.

Maya e alieni permettendo...


Ora viene il bello...

Bersani sarà il candidato premier per in centro-sinistra italiano alle prossime elezioni.

Con una schiacciante maggioranza (61.8 % contro 38.8%) ha battuto il "rottamatore" Matteo Renzi, già sindaco di Firenze.

La mia opinione sui candidati è perfettamente espressa da Vauro in questa vignetta, ma ci terrei a sottolineare un paio di aspetti della vittoria del vecchio dirigente.

Malgrado molti auspicassero un cambiamento nel PD, sono contento che questo non abbia portato l'elezione di Renzi come nuovo leader politico. Parliamoci chiaro: non ho niente contro il sindaco di quella che rimane e sempre rimarrà la Mia città e credo che malgrado tutto sia stato (per ora) anche un buon dirigente, ma non posso assolutamente condividere il suo modo la sua visione di politica e il suo modo di porsi nei confronti dei propri avversari e soprattutto alleati. 

Buona parte della generazione di politici cresciuti come Renzi in questo ventennio di non-politica, hanno conservato il suo lato peggiore: privi di qualunque ideale definito di fondo, portano avanti campagne e creano slogan fini a se stessi, non portando proposte complete ma accontentandosi di millantare possibili soluzioni rivoluzionarie ma che di fatto non porterebbero un vero benessere aggiunto. La loro è solo una politica di facciata priva di contenuti.

Se questa deve essere la 'nuova' via per la sinistra, preferisco rimanere sulla vecchia strada con tutti i suoi difetti e le sue vecchie pietre consumate e ancora attaccate al loro posto.

Bisogna però riconoscere a Renzi i suoi meriti: ha portato la sinistra di nuovo a confrontarsi e a mettersi in discussione. Pur uscendone sconfitto rimane lo stesso un punto di riferimento per tutto il partito, come anche tutti gli altri candidati.

Ora bisogna rimboccarsi le maniche (non solo sui cartelloni pubblicitari, caro PierLu) e andare avanti assieme. Bersaniani, renziani, vendoliani, marxisti per Tabacci e ambientalisti della Puppato devono adesso continuare a confrontarsi e proseguire il cammino l'uno accanto all'altro riscoprendo il modo giusto di fare politica.


Come un uovo...


Gaza: è tregua fra Israele ed Hamas.


Vignetta by Vauro, globalist.it


Qui il mio post di qualche giorno fa sulla Palestina.


Rimborsi elettorali e primarie

"Ora non è per fare polemica (o forse si) ma perché dovrei pagare o dare il mio contributo volontario per sostenere i costi delle primarie? Che ne hanno fatto delle paccate di rimborsi elettorali che spettano ai partiti organizzatori? Non dovrebbero servire a coprire proprio questo tipo di spese?"


Questo è il pensiero che ho condiviso ieri sera su Facebook. 

Per rispondere a questa mia vena polemica, c'è chi ha giustamente risposto (parafrasando): "finanziare coi soldi pubblici un'iniziativa riguardante i meccanismi interni di un singolo partito non è un giusto uso delle risorse di tutti"; o anche "visto che in Italia siamo un popolo di pidocchiosi, il fatto di mettere una tariffa all'entrata scoraggia coloro che non c'entrano niente con la sinistra e che andrebbero a votare solo per influenzare a proprio vantaggio i risultati"; altri invece giustificano il contributo per "pagare gli affitti delle sedi di voto nei collegi dove non esistono le case del popolo".

Ritengo queste affermazioni tutte veritiere e condivisibili. Ma, sinceramente, per me non bastano a giustificare  questo tipo ti pratica. Anche perché, insieme al contributo di 2 €, un elettore può anche volontariamente donare 10, 25 o 50 euro rispettivamente per 10 volantini, un kit elettorale (?) o un gazebo! (qui il volantino).

Sarei andato a votare più volentieri se chi ha organizzato le primarie avesse fatto un ragionamento di questo tipo: "Visto che gli elettori hanno già finanziato i nostri partiti con i soldi pubblici e che organizziamo queste primarie per riavvicinare gli italiani alla politica dopo tutti i nostri errori e gli scandali degli ultimi tempi, facciamo un gesto simbolico e offriamo la possibilità di votare senza dover pagare alcun contributo per la copertura delle spese. I costi verranno tutti pagati con i rimborsi elettorali avanzati dalle scorse elezioni e, se non dovessero bastare,  potremmo chiedere ai nostri eletti in parlamento un piccolo contributo dal loro stipendio da parlamentare, com'era buona pratica nel vecchio PCI.".

Ricordo che riferito SOLO alle politiche del 2008 PD ha incassato con i rimborsi 180.231.506 € per spese rendicontate di 18.418.043 €, con quindi un avanzo positivo di 161.813.463 (qui per analisi e dati più approfonditi). 

So che questo sa molto di post populista, ma ci tenevo a condividere questa mia perplessità con chi legge il mio blog. Non scrivo per screditare il centrosinistra, ma solo per evidenziare che si è persa un'occasione per dare un messaggio positivo e incoraggiante agli elettori.

E se nel Pantheon della sinistra non c'è posto per "antichi" dirigenti come Togliatti e Berlinguer, allora non vedo perché ripescare le vecchie pratiche del partito "nonno" del PD e di SEL.

Ma io sono solo un elettore qualunque che non può e non sa dare lezioni di buona politica. 

Inutile, quindi, ascoltarmi. O, in questo caso, leggermi.

Palestina

Adesso basta.

La comunità internazionale non può continuare a far finta di niente.

Obama non può continuare a cedere alle lobby sioniste e dare il suo appoggio al governo di Israele.

Lo stato ebraico NON PUÒ continuare a lanciare missili sui civili di Gaza perché si sente minacciata sui territori che ha illegalmente occupato, facendo carta straccia delle risoluzioni ONU.

Quella che si sta consumando in Palestina è una tragedia umanitaria, una vera e propria guerra mascherata a 'lotta contro il terrorismo'.

Per decenni si è cercata una via pacifica per la risoluzione dei conflitti; per decenni si è cercato di far convivere la gente in quella terra 'promessa' a troppi popoli; per decenni non vi è stata la volontà di vivere in pace. Si è sempre scelto la via della violenza. E questo non ha portato altro che dolore.

Ai bambini di palestinesi e israeliani vengono inculcati l'odio e il rifiuto dell'altro. Non viene dato nessuno spazio al dialogo o alla comprensione del diverso. Quando questi cresceranno, continueranno la guerra dei padri in un ciclo infinito. Di 'Santo' a quella terra, ormai, restano solo i campi in cui seppellire i morti.

Che Israele cessi subito le ostilità e smantelli tutto il proprio reparto militare; che Hamas e i paesi arabi vicini facciano altrettanto; che l'ONU (che si legga USA) si prenda le proprie responsabilità, ammetta i propri errori e assuma il ruolo di autorità garante che ha scelto di avere.

L'unico esercito che sogno di vedere in Palestina, sono i caschi blu che aiutano la popolazione a ricostruire non solo le infrastrutture ma anche una cultura condivisa, in un clima di reciproco rispetto e non di tolleranza.

La maggioranza dell'opinione pubblica dimentica o ignora quello che sta accadendo a Gaza.

La minoranza invece si divide e cerca di difendere in tutti i modi l'una o l'altra fazione. Continuo a vedere accuse reciproche di falsa propaganda o di manipolazione della realtà. Si arrivano a contare i numeri di missili che vengono lanciati (come se uno non fosse già troppo!) e dei morti che provocano per attribuire chi è la parte lesa in questa guerra. Io l'unica parte lesa che riconosco sono i civili, israeliani e palestinesi.

Tutto questo non è che il frutto della rabbia e dell'odio: l'odio che ha mosso e muove tutti gli scontri in Palestina e la rabbia per l'impotenza di poter cambiare una situazione che i protagonisti stessi non vogliono cambiare. Per quanto ci siano tanti israeliani e palestinesi che chiedono la convivenza pacifica, non restano che una minoranza.

Il rumore e la polvere sollevati dalle bombe ci impedisce di vedere e di andare oltre alle nostre posizioni e ai nostri pregiudizi.



Ormai non c'è più una ragione o un torto. C'è solo morte. E niente futuro.


Vignetta di Vauro Senesi, da globalist.it


Opinioni a 'confronto'

Il 'confronto' di ieri fra i candidati premier del centro-sinistra ha generato opinioni discordanti non solo per il contenuto delle domande e delle risposte dei 'fantastici 5', ma anche sul format con cui è stato gestito l'evento.

Ho avuto modo di notare che coloro che io considero gli "addetti ai lavori", ovvero coloro che vivono di pane e politica (letteralmente), hanno definito come superflua, inutile, inconcludente, incomprensibile o fuorviante quest'esperienze del confronto all'americana. Fra loro si annoverano molti giornalisti di punta e politici (ovviamente) del centro-destra: non siano stati esposti dati, le domande erano poco approfondite, i candidati rispondevano in maniera incompleta o superficiale, non sono stati affrontati tanti temi delicati, è stato solo un programma di intrattenimento e non di contenuti politici, il pubblico in sala disturbava continuamente, Tabacci parlava come un prete senza tonaca, Renzi era troppo simile a Berlusconi , Vendola metteva apposta troppe 's' nei suoi ragionamenti, Bersani era troppo serio, la Puppato non è abbastanza gnocca per comparire in tv e supercazzola come fosse antani con scappellamento a sinistra....

Insomma, hanno cercato di smontare in tutto e per tutto l'iniziativa di Sky (perché ricordo che è Sky che ha invitato i candidati a partecipare alla serata), senza fermarsi troppo sulle conseguenze politiche e gli aspetti utili portati da quest'esperienza.

Da quel che ho potuto vedere di persona, scambiando opinioni coi miei colleghi, seguendo i social network e  la risposta mediatica positiva (solo) di alcuni giornali, ho capito che l'elettore medio del centro-sinistra sembra aver invece apprezzato non poco lo spettacolo offerto: abbiamo finalmente assistito a un dibattito politico sano ed equilibrato, senza insulti, scontri o tentativi funamboleschi di distogliere l'attenzione dal punto centrale delle domande.

Sia ben chiaro che anch'io ho da muovere qualche critica al format (1 minuto e 30  a domanda è decisamente poco per esprimere un concetto in maniera completa) e soprattutto alle risposte dei candidati (come fai a non citare Berlinguer o Pertini parlando di Pantheon della Sinistra?!?!) , ma nel complesso sono soddisfatto di come si è svolto il dibattito. Sono contento sopratutto dell'idea di unità e cooperazione che hanno espresso i candidati, sperando non sia solo una facciata.

Sky ha già invitato i candidati del centro-destra per lo stesso tipo di confronto e ha promesso di rinnovare l'invito anche per coloro che si scontreranno ai rispettivi ballottaggi. È questo il tipo di confronto di cui la nostra politica ha bisogno per ritrovare fiducia prima in se stessa e poi negli elettori. Altrimenti non ci restano che i 'Vaffa...' alla Beppe Grillo...




Elezioni USA: altro che conflitto di interesse...

Obama ha vinto. È stato confermato dal popolo americano come Presidente degli Stati Uniti per i prossimi 4 anni.

Ma poi leggi quelle curiosità che ti fanno cadere le braccia:

"Sul voto in atto in queste ore negli Stati Uniti pende l’incognita degli “errori” elettorali. Un timore alimentato dalle notizie circolate nelle scorse settimane sul conflitto di interessi che lega il candidato repubblicano alla ditta che fabbrica le macchinette conta-voti: attraverso il fondo di investimento H.I.G. Capital, Mitt Romney controlla Hart InterCivic, la società che produce le voting machine utilizzate in California, Colorado, Hawaii, Illinois, Indiana, Kentucky, Oregon, Texas Virginia e Washington. Ma anche in Pennsylvania, dove il video è stato girato." 

Marco Quarantelli, ilfattoquotidiano.it .

Qui l'articolo da cui è tratto il pezzo.

A voi i commenti.



Foto da polisblog.it


Obama: "Yes we re-can"

Questa sera verso la mezza notte conosceremo i risultati delle elezioni americane e scopriremo se Obama verrà riconfermato come Presidente degli USA.

Francamente, io spero in una sua rielezione, non tanto per i suoi meriti ma in quanto quasi terrorizzato dall'idea che un repubblicano come Romney posso diventare l'uomo più potente del mondo.

Diciamoci la verità: Obama ha deluso le aspettative rispetto alla campagna elettorale del 2008, malgrado la grande rivoluzione del settore sanitario da lui tanto voluta e dal conferimento, tanto discusso, del Nobel della Pace del 2009 da parte dell'Accademia di Svezia.

Il suo slogan elettorale "Yes we can", che lo aveva accompagnato per tutta la scorsa corsa elettorale, aveva ridato speranza e fiducia non solo al popolo americano. La sua forza dirompente aveva oltrepassato gli oceani e tutto il mondo vedeva nel primo Presidente nero della storia USA un uomo capace di cambiare in meglio le sorti dell'intera umanità.

I sogni, però, si scontrano come sempre con la realtà. La realpolitik americana ha notevolmente ridimensionato le aspettative sul presidente democratico uscente, al quale non si possono certo imputare troppe responsabilità. La sua forse unica ma più grande colpa è di aver caricato troppo di aspettative gli americani e l'intero mondo.

In definitiva Obama è stato un ottimo Presidente, forse addirittura uno dei migliori, ma quello che ha fatto è stato messo in ombra da quello che non ha avuto il coraggio o che non ha potuto materialmente fare.

Con le minor aspettative che oggi lo accompagnano forse riuscirà a far un lavoro migliore nel suo secondo eventuale mandato e a farsi riconoscere dagli americani i meriti che obiettivamente ha ottenuto.

Non ci resta che aspettare la mezzanotte.

Buona corsa elettorale a tutti.

(Se vi riesce, potete fare uno sgambetto a Romney? Grazie...)





Vignetta di Petar Pismestrovic - tratta da http://www.europaquotidiano.it/


Chi ha vinto realmente in Sicilia?


Rosario Crocetta (Pd, Udc e Api) ha vinto le elezioni regionali per la Sicilia. Il Movimento 5 Stelle (candidato Gincarlo Cancellieri) risulta il primo partito dell'isola. Tutti esultano.

Meno della metà dei siciliani si è recata alle urne per eleggere il loro nuovo Governatore 
(percentuale degli aventi diritto che sono andati a votare: 47.42%)

CHI È IL VERO VINCITORE?


Io, sinceramente, non vedo nessun motivo per cui festeggiare...


Vignetta by Nuele

Benigni torna in Rai



Con questo simpaticissimo siparietto, il buon vecchio Roberto ci fa sapere che il 17 Dicembre (ve lo siete segnato?), tornerà in tv con un suo programma dedicato ai 12 principi fondamentali della nostra Costituzione.

Dopo la sua grande performance a Sanremo del 2011(con tanto di polemiche dovute al suo ingaggio) nella quale ha presentato l'Inno di Mameli tanto sotto una nuova luce dandogli una nuova dignità, l'artista fiorentino torna sul piccolo schermo.

Essendo pur'io fiorentino, sono molto affezionato a Benigni. I suoi vecchi film danno una chiara fotografia del tempo in cui sono girati e i personaggi che interpreta sono al tempo stesso realistici e comici, un connubio che ormai è difficile trovare nelle produzioni moderne. I suoi spettacoli sulla Divina Commedia sono un monumento alla cultura italiana: con i suoi commenti e le sue spiegazioni ha saputo riaccendere l'interesse per una delle più belle opere della nostra letteratura e forse pure la più difficile, con tutti i suoi continui riferimenti agli eventi storici passati e le sue infinite allegorie. Il suo già citato intervento di Sanremo penso sia poi uno dei momenti più alti che il servizio pubblico abbia mai offerto in questi anni (a dirla tutta, l'intera edizione del festival è stata diversa e più bella del solito...).

Personalmente non vedo l'ora di vedere il nuovo programma. Io, come Attilio, mi sono segnato la data. E voi?





Sono tornato per rimanere (stavolta)

Ehm.. Ehm... Ok so che due post fa avevo promesso di dare più continuità nella pubblicazione dei post. Ma con l'estate in mezzo, le vacanze, un trasloco da fare (sono andato a vivere per conto mio a Bologna) e la connessione internet che in casa nuova ancora non c'era, non sono riuscito a trovare degli spazi di tempo per riuscire a scrivere e pubblicare.

Adesso che però la situazione si è stabilizzata, ho finalmente tempo per dedicare al blog tutta l'attenzione che ho sempre voluto. I post cominceranno a farsi più frequenti e presto arriveranno altre novità (oltre al restyling grafico che avevo già operato prima delle vacanze).

Non mi resta che augurarvi una buona lettura dei vecchi e dei nuovi post.

A presto.

Il Colonnello

Grilli esplosivi...

Il grande successo che il Movimento 5 Stelle ha riscontrato nelle ultime elezioni amministrative non è fatto del tutto inaspettato. Già dalle ultime consultazioni si era visto che il movimento di Grillo era in crescita, ma pochi si sarebbero aspettati risultati così sorprendenti. Anche se ben radicati nel territorio e in rapida ascesa, i grillini sono dei neonati per il panorama politico e rappresentano un'anomalia per il nostro sistema di partiti. Per questo motivo, i 5 Stelle vengono ovunque bollati come "l'anti-politica che avanza" in quanto sono in buona parte estranei alle logiche partitiche e politiche dominanti.

Credo, però, che il successo del movimento non è dovuto tanto ai meriti di chi ne fa parte, ma piuttosto dai de-meriti dei partiti più grandi che stanno da tempo al centro della scena. È chiaro a tutti che c'è un notevole clima di sfiducia verso i partiti (gli ultimi  scandali relativi al finanziamento pubblico ai partiti danno anche una chiara spiegazione del perché) portando la gente a cercare qualcosa di diverso, rappresentato in questo caso dalle liste di Grillo. Per dirla in altri termini, non è il Movimento che ha vinto, ma sono i Partiti che hanno perso.

I'm coming....

Sappiate che non sono morto. Ho solo avuto da preparare un discreto numero di esami che hanno occupato il 100% del mio tempo. Da questo lunedì prometto di ricominciare a scrivere come prima. Ho in programma anche un restyling per quanto riguarda colori e temi del Blog. Avrete presto mie notizie... 



Senza contanti...



Trovo questo servizio di Report molto interessante. La proposta è sconvolgente è vero, ma se fosse possibile applicarla potremmo risolvere uno dei tanti problemi che più caratterizzano il nostro paese. Sinceramente, l'iniziativa di scoraggiare l'uso del denaro contante trova il mio appoggio e non solo per il superamento della piaga del lavoro in nero: si risolverebbero anche i problemi di corruzione con la rintracciabilità di ogni singolo versamento, ci sarebbe una quasi impossibilità di evasione, si potrebbe scongiurare il pericolo di rapine a sportelli bancari o postali e addirittura alle persone (non ci sarebbe granché da rubare), i pagamenti risulterebbero più  pratici, sarebbe pressoché inutile la falsificazione di banconote e chissà quali altri vantaggi.

Credo anche, però, che ora come ora sia una pratica inapplicabile per l'Italia di oggi. Il perché è presto detto.

Pensieri a caldo e saluto di commiato

La morte di Piermario Morosini, giocatore del Livorno, ha scosso il mondo del calcio. Un giovane di 25 anni morto in campo mentre giocava per un infarto. Come si fa ad accettare una cosa simile? Semplicemente non si può. Non voglio addentrarmi nei discorsi che stanno animando le cronache calcistiche (controlli medici inadeguati, defibrillatori in campo, auto parcheggiate che ritardano l'ambulanza ecc.) e non voglio neanche omaggiare il giovane tessendone le lodi in questo mio articolo (altri lo hanno già fatto meglio di quanto potrei mai fare io).

Quello che voglio è esprimere un mio pensiero a caldo dopo aver letto le dichiarazioni di Antonio Di Natale, compagno di squadra di Morosini all'Udinese: "Giocare ogni 3 giorni è molto difficile, il calcio italiano va troppo veloce." Prima di tutto, nutro un grande rispetto per Di Natale sia come bravissimo giocatore che come persona (date un occhio qui), ma devo dire che questa poteva risparmiarsela. Voglio dire: ci sono padri di famiglia che ogni giorno si spaccano la schiena con lavori usuranti, a volte in condizioni costanti di pericolo, per un misero stipendio col quale mantenere la propria famiglia. Non metto in dubbio che inseguire un pallone su un rettangolo verde sia stancante e faticoso, ma visto che vengono pagati profumatamente per fare quello che più amano mi chiedo con quale coraggio si possano lamentare. Di Natale non è il primo a tirare fuori questa questione.


Questo vuole essere un post lampo volutamente polemico. Spero che voi lettori non ve la prendiate troppo. Ma certe considerazioni non riesco a tenerle solo per me.


Detto questo, prima di concludere vorrei uscire dal clima polemico che io stesso ho creato e dedicare un ultimo pensiero al numero 25 amaranto. Credo che un ragazzo come lui se lo meriti (andatevi a cercare la sua biografia se non avete niente da fare). 


Ciao Piermario. Spero che gli angeli sappiano giocare a calcio...

Chi vuol esser finanziato?

Con le indagini emerse dalle procure sui bilanci di Margherita e Lega e le accuse ai loro rispettivi tesorieri (Lusi e Belsito) siamo tornati a parlare dei finanziamenti pubblici ai partiti: secondo Idv e parte del Pd (tra cui compare anche il mio amico Renzi) andrebbe abolito per intero rispettando così il verdetto del referendum abrogativo del '93 poi ovviamente aggirato dal parlamento del tempo; secondo i vertici di Pdl, Pd e Terzo Polo basta rivedere la normativa vigente regolamentando controlli dei bilanci e trasparenza delle spese. In questo senso è già stato preparato un disegno di legge che nelle prossime settimane verrà discusso nelle camere e, se non ci saranno intoppi, anche approvato in breve tempo. 


Ora la domanda che molti sollevano: è giusto che siano lo Stato a finanziare i partiti? Gli italiani nel '93 hanno già risposta: un NO che conta il 90,3 % degli allora aventi diritto al voto. Personalmente, però, non sono d'accordo con questa linea di pensiero.

Lavoro e dignità

Come tutti sappiamo, il lavoro in nero è un fenomeno profondamente radicato nelle dinamiche del mercato del lavoro. Il perché è presto detto: un lavoratore in nero costa molto meno rispetto a un lavoratore con un contratto regolare (niente contributi da pagare, niente spese legali, contabilità più semplice da tenere, niente tutele previdenziali né sindacali). Bisogna però distinguere due motivazioni che spingono ad assumere in nero: da una parte la sopravvivenza e dall’altra quella "di comodo", per abbattere i costi e avere profitti più alti. 


Il primo è tipico delle piccole imprese, spina dorsale dell'economia italiana: il piccolo imprenditore deve sostenere mensilmente altissime spese relative a merci, affitto dei locali, manutenzione, utenze varie e, se la ditta ne è dotata, anche tutte le spese relative agli automezzi o semplicemente il pagamento dei vettori. Queste sono tutte spese che non può non sostenere e che gravano pesantemente sul bilancio mensile. L'assunzione di dipendenti regolari andrebbe ad auementare ancora di più i costi. Quindi l'assunzione di personale a nero diventa quasi un bisogno per riuscire a garantire la sopravvivenza dell'impresa, vista la concorrenza del mercato dove le altre ditte riescono ad essere più competitive anche grazie al lavoro a nero. Essendoci pochi controlli da parte degli organi predisposti, il gioco vale la candela. L'alternativa nella maggior parte dei casi comporta la chiusura dell'attività.

Nuovi treni, vecchi pendolari e soliti problemi...

È stato annunciato per metà aprile l'attesissimo esordio di Italo, il treno voluto e finanziato da Montezzemolo e Della Valle. Questa è la prima volta che Trenitalia ha un diretto concorrente di mercato per le tratte nazionali poiché finora ha avuto il monopolio assoluto sia sulla gestione della rete dei binari che sulla erogazione del servizio di trasporto passeggeri. Questa nuova prospettiva dovrebbe aprire nuove frontiere per la concorrenza a beneficio dei consumatori, poiché il nuovo treno dovrà cercare di crearsi una sua clientela, mentre Trenitalia sarà interessata a tenersi i suoi "fedelissimi"; questo comporterebbe per noi consumatori la possibilità di scegliere, servizi più efficenti, offerte promozionali vantaggiose e soprattutto un abbassamento dei prezzi (logiche di mercato, guerra di prezzo, concorrenza perfetta, per chi mastica un po' di microeconomia). Tutto questo però sarà limitato alle tratte servite da entrambe le aziende, ovvero le tratte nazionali più frequentate, quelle degli affari che colegano i nostri maggiori centri politici ed economici (la tratta Milano-Bologna-Firenze-Roma per intendersi).

Il trasporto regionale rimarrà invece monopolio esclusivo delle Ferrovie dello Stato. Quindi i benefici ricadranno solo su chi poteva già permettersi di viaggiare su un Frecciarossa o Frecciargento abitualmente pagando un biglietto del treno dai 25 ai 114 €.

Che confusione, sarà perché tifiamo...

I recenti avvenimenti riguardanti la Tav in Val di Susa hanno tirato fuori il peggio di noi italiani. Come troppo spesso accade, ci siamo divisi in due tifoserie (una a favore e l'altra contro) e ciascuna delle due porta avanti ottusamente la propria posizione snocciolando di continuo dati e argomentazioni contrastanti. 


Da una parte, chi denuncia i danni ambientali, dall'altra chi minizza la questione garantendo un corretto smaltimento degli scarti degli scavi; chi si appende ad un traliccio come atto dimostrati rimanendo folgorato, facendo quasi la fine di un martire, e chi incolpa la polizia perché cercava di farlo scendere dopo il suo gesto scellerato; e poi c'è invece chi si dimostra talmente imbecille da farsi riprendere mentre provoca deliberatamente un agente accreditando le tesi dei manifestanti ignoranti e violenti come la politica sembra voler farli passare. Tutto questo è puramente inutile e dispendioso, sia che per chi manifesta che per lo Stato. 



Noi Giovani e la politica...

Chissà quanti di voi sanno cosa significa il termine "politica". Secondo Wikipedia "La politica, secondo un'antica definizione scolastica, è l'Arte di governare le società.". Io la vedo più semplicemente come un insieme di principi in base ai quali cui si prendono delle decisioni. Le conseguenze di queste decisioni ricadono poi sulle persone o su gruppi che risiedono in determinati confini. La politica è, dunque, una linea guida, un tracciato o un indirizzo che regola e influenza i rapporti che intercorrono fra più individui e permette la creazione di comunità eterogenee formate da soggetti differenti fra loro con in comune solo alcune peculiarità. Lasciando i paroloni da parte, vorrei adesso concentrarmi su come i ragazzi della mia e delle successive generazioni percepiscono la politica. 


 La cultura politica della mia generazione nasce durante il “ventennio” berlusconiano. Eravamo ancora in fasce quando il terremoto politico dei primi anni '90 sconvolgeva e cambiava radicalmente l'assetto dei partiti. Oggi non ci sono più partiti di massa, espressione di vere realtà sociali caratterizzate da disagi e problemi tipici di una classe sociale e fedeli a una ideologia diffusa. Adesso i partiti sono strutture in cerca di larghi consensi i cui esponenti si mostrano come unici in grado di assicurare un alto benessere ai propri elettori, prive di una qualunque ideologia di fondo e troppo spesso incapaci di cogliere i disagi sociali e comprendere i reali problemi del Paese. Noi giovani conosciamo solo questo tipo di partiti. Vediamo la realtà politica come una realtà lontana e irraggiungibile e i politici come personaggi folkloristici tutti simili fra di loro che inseguono solo il loro tornaconto e se ne fregano del nostro futuro. 

Veri "Eroi"?

Oggi come oggi fare il proprio dovere è diventato qualcosa di straordinario. Abituati a comportamenti deplorevoli e di dubbia moralità con i quali i media vanno a nozze, la notizia di qualcuno che compie semplicemente il proprio dovere o fa semplicemente quello che deve fare, diventa un eroe nazionale. La storia recente ci porta numerosi esempi: il comandante De Falco della Capitaneria di Porto, che ha “fortemente incoraggiato” quella volpe di Schettino a tornare a bordo della nave che stava affondando insieme agli altri passeggeri; oppure Simone Farina, il calciatore del Gubbio che ha respinto e denunciato un tentativo di corruzione per truccare una partita (denuncia che ha fortemente contribuito all’indagine sul calcioscommesse esplosa qualche tempo fa) ricevendo anche in premio la convocazione in Nazionale da parte di mister Prandelli; o ancora più recente, il poliziotto che non ha reagito agli insulti e alle provocazioni del manifestante NoTav, rispettando così l’onore della sua divisa.

Giovani italiani: popolo di sfigati...

I giovani sono degli sfigati. Studiano tanto per trovare un lavoro e quando finalmente si laureano non fanno che lamentarsi. Lavorare in un call center è un lavoro più che dignitoso e neanche troppo stancante: lavori relativamente poche ore al giorno, stai seduto tutto il tempo, l'unico infortunio sul lavoro che puoi avere è cadere dalla sedia o rimanere senza voce (qualunque altro lavoro comporta senza dubbio altri più pericolosi rischi) e l'unico inconveniente è beccarsi qualche "vaffa" o qualche infamata da clienti poco pazienti. Ovviamente si tratterà sempre di lavoro a nero perché i costi per regolarizzare i contratti non sono sostenibili per le piccole-medie imprese.
 
Viste queste prospettive, conviene ancora studiare? Voglio dire, spendere più di 4.000€ (se non di più) fra tasse universitarie, libri, eventuale affitto, per una laurea triennale e almeno altri 3.000 € per una magistrale? Sempre tenendo conto che uno riesca a rimanere in pari con gli esami... Per non parlare del tempo che un giovane dedica allo studio, rinunciando quindi a cercare e svolgere un lavoro che gli garantisca di rendersi indipendente invece di rimanere a carico della famiglia. Malgrado tutto, a quanto pare moltissimi (compreso me) si ostinano ancora a voler studiare.