Senza contanti...



Trovo questo servizio di Report molto interessante. La proposta è sconvolgente è vero, ma se fosse possibile applicarla potremmo risolvere uno dei tanti problemi che più caratterizzano il nostro paese. Sinceramente, l'iniziativa di scoraggiare l'uso del denaro contante trova il mio appoggio e non solo per il superamento della piaga del lavoro in nero: si risolverebbero anche i problemi di corruzione con la rintracciabilità di ogni singolo versamento, ci sarebbe una quasi impossibilità di evasione, si potrebbe scongiurare il pericolo di rapine a sportelli bancari o postali e addirittura alle persone (non ci sarebbe granché da rubare), i pagamenti risulterebbero più  pratici, sarebbe pressoché inutile la falsificazione di banconote e chissà quali altri vantaggi.

Credo anche, però, che ora come ora sia una pratica inapplicabile per l'Italia di oggi. Il perché è presto detto.


Il lavoro in nero nel nostro paese è caratteristico di quelle piccole aziende in difficoltà economica che non riescono a permettersi il mantenimento di dipendenti con contratto regolare (qui un articolo in cui approfondisco la questione); se le circostanze obbligassero l'impresa a regolarizzare ogni dipendente essa o andrebbe incontro alla chiusura o sarebbe costretta a mandare a casa personale, magari mettendo a rischio intere famiglie, poiché se accetti di lavorare a nero spesso è perché sei costretto da situazioni disperate.

Oltre a ciò, dobbiamo tener presente che l'Italia è un paese in cui gli anziani rappresentano un'alta percentuale della popolazione. Tutte queste persone sono abituate a pagare in contanti e troverebbero non poca difficoltà a usare strumenti finanziari quali carte di credito, bancomat o bonifici. Più che si va in là con l'età, meno si è propensi a voler imparare qualcosa di nuovo. Questo non è certo un ostacolo insormontabile, ma non è neanche un fattore da prendere tanto alla leggera visto i grandi disagi a cui una qualunque amministrazione locale dovrebbe venire incontro per gestire questa situazione.

C'è poi la questione relativa alle banche, le prime a guadagnarci con l'introduzione di un simile sistema di pagamenti. Ora come ora, qualunque transazione finanziaria prevede una commissione che viene direttamente incassata dalla banca, la quale spesso non applica alcuna discriminazione a seconda dell'importo. Capita quindi che anche per somme più piccole da trasferire si paghino commissioni esagerate. Se passassimo esclusivamente alla moneta digitale, c'è il rischio che queste commissioni ridimensionino non poco l'importo da noi ricevuto (es.: nel caso dei pagamenti con carte di credito) o versato (es.: nel caso di versamenti su altri conti corrente nel caso di bonifici). È chiaro quindi chi avrebbe il beneficio più grande...

Sicuramente ci saranno altri aspetti negativi che non ho esposto nella mia riflessione, ma questi sono stati i primi che mi sono venuti in mente e sembrati rilevanti.

Per concludere, ritengo che la proposta di scoraggiare, o magari addirittura abolire, la moneta cartacea possa essere un'ottima iniziativa che porterebbe non pochi benefici all'economia e alla vita di tutti i giorni delle persone; tuttavia nella moderna situazione italiana sarebbe poco efficace o addirittura inapplicabile per i motivi già spiegati.

Se mai un governo volesse procedere in questo senso, potrebbe farlo solo fra qualche generazione, quando i vecchi saremo noi, già a nostro agio con la moneta digitale, con una situazione economica più stabile, o che comunque non renda necessario alle aziende il ricorso al lavoro a nero, e una legislazione che non permetta un'eccessiva libertà alle banche di applicare le proprie commissioni sui servizi finanziari.

In poche parole, temo che rimarrà solo un bel sogno...

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