Come un uovo...


Gaza: è tregua fra Israele ed Hamas.


Vignetta by Vauro, globalist.it


Qui il mio post di qualche giorno fa sulla Palestina.


Rimborsi elettorali e primarie

"Ora non è per fare polemica (o forse si) ma perché dovrei pagare o dare il mio contributo volontario per sostenere i costi delle primarie? Che ne hanno fatto delle paccate di rimborsi elettorali che spettano ai partiti organizzatori? Non dovrebbero servire a coprire proprio questo tipo di spese?"


Questo è il pensiero che ho condiviso ieri sera su Facebook. 

Per rispondere a questa mia vena polemica, c'è chi ha giustamente risposto (parafrasando): "finanziare coi soldi pubblici un'iniziativa riguardante i meccanismi interni di un singolo partito non è un giusto uso delle risorse di tutti"; o anche "visto che in Italia siamo un popolo di pidocchiosi, il fatto di mettere una tariffa all'entrata scoraggia coloro che non c'entrano niente con la sinistra e che andrebbero a votare solo per influenzare a proprio vantaggio i risultati"; altri invece giustificano il contributo per "pagare gli affitti delle sedi di voto nei collegi dove non esistono le case del popolo".

Ritengo queste affermazioni tutte veritiere e condivisibili. Ma, sinceramente, per me non bastano a giustificare  questo tipo ti pratica. Anche perché, insieme al contributo di 2 €, un elettore può anche volontariamente donare 10, 25 o 50 euro rispettivamente per 10 volantini, un kit elettorale (?) o un gazebo! (qui il volantino).

Sarei andato a votare più volentieri se chi ha organizzato le primarie avesse fatto un ragionamento di questo tipo: "Visto che gli elettori hanno già finanziato i nostri partiti con i soldi pubblici e che organizziamo queste primarie per riavvicinare gli italiani alla politica dopo tutti i nostri errori e gli scandali degli ultimi tempi, facciamo un gesto simbolico e offriamo la possibilità di votare senza dover pagare alcun contributo per la copertura delle spese. I costi verranno tutti pagati con i rimborsi elettorali avanzati dalle scorse elezioni e, se non dovessero bastare,  potremmo chiedere ai nostri eletti in parlamento un piccolo contributo dal loro stipendio da parlamentare, com'era buona pratica nel vecchio PCI.".

Ricordo che riferito SOLO alle politiche del 2008 PD ha incassato con i rimborsi 180.231.506 € per spese rendicontate di 18.418.043 €, con quindi un avanzo positivo di 161.813.463 (qui per analisi e dati più approfonditi). 

So che questo sa molto di post populista, ma ci tenevo a condividere questa mia perplessità con chi legge il mio blog. Non scrivo per screditare il centrosinistra, ma solo per evidenziare che si è persa un'occasione per dare un messaggio positivo e incoraggiante agli elettori.

E se nel Pantheon della sinistra non c'è posto per "antichi" dirigenti come Togliatti e Berlinguer, allora non vedo perché ripescare le vecchie pratiche del partito "nonno" del PD e di SEL.

Ma io sono solo un elettore qualunque che non può e non sa dare lezioni di buona politica. 

Inutile, quindi, ascoltarmi. O, in questo caso, leggermi.

Palestina

Adesso basta.

La comunità internazionale non può continuare a far finta di niente.

Obama non può continuare a cedere alle lobby sioniste e dare il suo appoggio al governo di Israele.

Lo stato ebraico NON PUÒ continuare a lanciare missili sui civili di Gaza perché si sente minacciata sui territori che ha illegalmente occupato, facendo carta straccia delle risoluzioni ONU.

Quella che si sta consumando in Palestina è una tragedia umanitaria, una vera e propria guerra mascherata a 'lotta contro il terrorismo'.

Per decenni si è cercata una via pacifica per la risoluzione dei conflitti; per decenni si è cercato di far convivere la gente in quella terra 'promessa' a troppi popoli; per decenni non vi è stata la volontà di vivere in pace. Si è sempre scelto la via della violenza. E questo non ha portato altro che dolore.

Ai bambini di palestinesi e israeliani vengono inculcati l'odio e il rifiuto dell'altro. Non viene dato nessuno spazio al dialogo o alla comprensione del diverso. Quando questi cresceranno, continueranno la guerra dei padri in un ciclo infinito. Di 'Santo' a quella terra, ormai, restano solo i campi in cui seppellire i morti.

Che Israele cessi subito le ostilità e smantelli tutto il proprio reparto militare; che Hamas e i paesi arabi vicini facciano altrettanto; che l'ONU (che si legga USA) si prenda le proprie responsabilità, ammetta i propri errori e assuma il ruolo di autorità garante che ha scelto di avere.

L'unico esercito che sogno di vedere in Palestina, sono i caschi blu che aiutano la popolazione a ricostruire non solo le infrastrutture ma anche una cultura condivisa, in un clima di reciproco rispetto e non di tolleranza.

La maggioranza dell'opinione pubblica dimentica o ignora quello che sta accadendo a Gaza.

La minoranza invece si divide e cerca di difendere in tutti i modi l'una o l'altra fazione. Continuo a vedere accuse reciproche di falsa propaganda o di manipolazione della realtà. Si arrivano a contare i numeri di missili che vengono lanciati (come se uno non fosse già troppo!) e dei morti che provocano per attribuire chi è la parte lesa in questa guerra. Io l'unica parte lesa che riconosco sono i civili, israeliani e palestinesi.

Tutto questo non è che il frutto della rabbia e dell'odio: l'odio che ha mosso e muove tutti gli scontri in Palestina e la rabbia per l'impotenza di poter cambiare una situazione che i protagonisti stessi non vogliono cambiare. Per quanto ci siano tanti israeliani e palestinesi che chiedono la convivenza pacifica, non restano che una minoranza.

Il rumore e la polvere sollevati dalle bombe ci impedisce di vedere e di andare oltre alle nostre posizioni e ai nostri pregiudizi.



Ormai non c'è più una ragione o un torto. C'è solo morte. E niente futuro.


Vignetta di Vauro Senesi, da globalist.it


Opinioni a 'confronto'

Il 'confronto' di ieri fra i candidati premier del centro-sinistra ha generato opinioni discordanti non solo per il contenuto delle domande e delle risposte dei 'fantastici 5', ma anche sul format con cui è stato gestito l'evento.

Ho avuto modo di notare che coloro che io considero gli "addetti ai lavori", ovvero coloro che vivono di pane e politica (letteralmente), hanno definito come superflua, inutile, inconcludente, incomprensibile o fuorviante quest'esperienze del confronto all'americana. Fra loro si annoverano molti giornalisti di punta e politici (ovviamente) del centro-destra: non siano stati esposti dati, le domande erano poco approfondite, i candidati rispondevano in maniera incompleta o superficiale, non sono stati affrontati tanti temi delicati, è stato solo un programma di intrattenimento e non di contenuti politici, il pubblico in sala disturbava continuamente, Tabacci parlava come un prete senza tonaca, Renzi era troppo simile a Berlusconi , Vendola metteva apposta troppe 's' nei suoi ragionamenti, Bersani era troppo serio, la Puppato non è abbastanza gnocca per comparire in tv e supercazzola come fosse antani con scappellamento a sinistra....

Insomma, hanno cercato di smontare in tutto e per tutto l'iniziativa di Sky (perché ricordo che è Sky che ha invitato i candidati a partecipare alla serata), senza fermarsi troppo sulle conseguenze politiche e gli aspetti utili portati da quest'esperienza.

Da quel che ho potuto vedere di persona, scambiando opinioni coi miei colleghi, seguendo i social network e  la risposta mediatica positiva (solo) di alcuni giornali, ho capito che l'elettore medio del centro-sinistra sembra aver invece apprezzato non poco lo spettacolo offerto: abbiamo finalmente assistito a un dibattito politico sano ed equilibrato, senza insulti, scontri o tentativi funamboleschi di distogliere l'attenzione dal punto centrale delle domande.

Sia ben chiaro che anch'io ho da muovere qualche critica al format (1 minuto e 30  a domanda è decisamente poco per esprimere un concetto in maniera completa) e soprattutto alle risposte dei candidati (come fai a non citare Berlinguer o Pertini parlando di Pantheon della Sinistra?!?!) , ma nel complesso sono soddisfatto di come si è svolto il dibattito. Sono contento sopratutto dell'idea di unità e cooperazione che hanno espresso i candidati, sperando non sia solo una facciata.

Sky ha già invitato i candidati del centro-destra per lo stesso tipo di confronto e ha promesso di rinnovare l'invito anche per coloro che si scontreranno ai rispettivi ballottaggi. È questo il tipo di confronto di cui la nostra politica ha bisogno per ritrovare fiducia prima in se stessa e poi negli elettori. Altrimenti non ci restano che i 'Vaffa...' alla Beppe Grillo...




Elezioni USA: altro che conflitto di interesse...

Obama ha vinto. È stato confermato dal popolo americano come Presidente degli Stati Uniti per i prossimi 4 anni.

Ma poi leggi quelle curiosità che ti fanno cadere le braccia:

"Sul voto in atto in queste ore negli Stati Uniti pende l’incognita degli “errori” elettorali. Un timore alimentato dalle notizie circolate nelle scorse settimane sul conflitto di interessi che lega il candidato repubblicano alla ditta che fabbrica le macchinette conta-voti: attraverso il fondo di investimento H.I.G. Capital, Mitt Romney controlla Hart InterCivic, la società che produce le voting machine utilizzate in California, Colorado, Hawaii, Illinois, Indiana, Kentucky, Oregon, Texas Virginia e Washington. Ma anche in Pennsylvania, dove il video è stato girato." 

Marco Quarantelli, ilfattoquotidiano.it .

Qui l'articolo da cui è tratto il pezzo.

A voi i commenti.



Foto da polisblog.it


Obama: "Yes we re-can"

Questa sera verso la mezza notte conosceremo i risultati delle elezioni americane e scopriremo se Obama verrà riconfermato come Presidente degli USA.

Francamente, io spero in una sua rielezione, non tanto per i suoi meriti ma in quanto quasi terrorizzato dall'idea che un repubblicano come Romney posso diventare l'uomo più potente del mondo.

Diciamoci la verità: Obama ha deluso le aspettative rispetto alla campagna elettorale del 2008, malgrado la grande rivoluzione del settore sanitario da lui tanto voluta e dal conferimento, tanto discusso, del Nobel della Pace del 2009 da parte dell'Accademia di Svezia.

Il suo slogan elettorale "Yes we can", che lo aveva accompagnato per tutta la scorsa corsa elettorale, aveva ridato speranza e fiducia non solo al popolo americano. La sua forza dirompente aveva oltrepassato gli oceani e tutto il mondo vedeva nel primo Presidente nero della storia USA un uomo capace di cambiare in meglio le sorti dell'intera umanità.

I sogni, però, si scontrano come sempre con la realtà. La realpolitik americana ha notevolmente ridimensionato le aspettative sul presidente democratico uscente, al quale non si possono certo imputare troppe responsabilità. La sua forse unica ma più grande colpa è di aver caricato troppo di aspettative gli americani e l'intero mondo.

In definitiva Obama è stato un ottimo Presidente, forse addirittura uno dei migliori, ma quello che ha fatto è stato messo in ombra da quello che non ha avuto il coraggio o che non ha potuto materialmente fare.

Con le minor aspettative che oggi lo accompagnano forse riuscirà a far un lavoro migliore nel suo secondo eventuale mandato e a farsi riconoscere dagli americani i meriti che obiettivamente ha ottenuto.

Non ci resta che aspettare la mezzanotte.

Buona corsa elettorale a tutti.

(Se vi riesce, potete fare uno sgambetto a Romney? Grazie...)





Vignetta di Petar Pismestrovic - tratta da http://www.europaquotidiano.it/